Sto facendo la scelta giusta o sbagliata?

Ognuno di noi, a suo modo, si è posto questa domanda più di una volta e si è ingannato.

Se ci troviamo ad un bivio è molto importante comprendere quale strada scegliere per raggiungere la città desiderata. Capisco quindi la necessità di fermarsi sulla riflessione. Dobbiamo trovare un criterio. C’è un bivio, una decisione da prendere e una meta. Se scegliessimo la strada di destra magari troveremmo un panorama accogliente e il percorso sarebbe più breve e meno pericoloso, invece la strada sinistra che disastro potrebbe essere – “mi hanno detto che è piena di buche e fa caldo e chissà che tremendi incontri potrei fare!”. Tutto questo a volte può essere fuorviante e trasforma il tempo Condizionale in attore principale. Il “se”, l’ipotetico la fa da padrone. É lui che guida queste riflessioni che a volte diventano rimuginio ansioso che traccia un’esistenza ferma e improduttiva.

 

Quindi cosa fare?

É importante porsi delle domande ma esse devono essere precise. Bisogna riferirle ad un contesto così da renderle chiare e aventi delle radici nel tuo reale. Bisogna chiedersi quale sia la fonte delle informazioni che ho ricevuto riguardo quella strada, quando hanno avuto origine e per chi erano valide. É necessario valutare le proprie risorse per far fronte a quelle “possibili” difficoltà.

Proviamo così ad utilizzare quel “condizionale” cercando anche altri riferimenti.

Tornando al nostro esempio: se la strada lunga portasse anche maggiore possibilità di cambiamento e fosse più ricca di esperienza? E se quelle buche fossero leggere dopotutto e aiutassero a rafforzare il mio corpo? E se gli incontri non fossero così tremendi e mi aiutassero a sentirmi meno isolato? E se ci fosse una terza, una quarta o una quinta strada da poter scegliere? Questo movimento integrativo necessita di coraggio e voglia di liberarsi da alcune convinzioni del nostro passato. É un lavoro complicato e talvolta incredibile addirittura perché si stenta a credere in se stessi e nelle proprie capacità.

 

Il punto è: come vuoi vivere? Di chi stai seguendo le direttive? Quanto consideri importanti i tuoi criteri di valutazione? Chiediti se quel giusto o sbagliato siano effettivamente autentici e se abbiano riferimenti nel tempo presente. É così che potrai incontrare quella parte silenziosa di te che ti ha sempre accompagnato, nonostante tutto.

Dott.ssa Ceruzzi

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